“Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”
Eleanor Roosevelt
Freedom
Sebbene il manuale delle pink marmotte sia essenziale per non farsi deprimere dal ricovero in isolamento caustrofobico bisogna tuttavia ammettere che lo stesso è cadenziato da talmente tanti incombenti, orari e piccoli routinari comportamenti da rispettare che il tempo “libero” da occupare resta poco e proprio per questo forse ancora più prezioso.
Ecco la mia giornata tipo durante la clausura! Ricordo che sono in stanza da sola e che non posso assolutamente uscire dal reparto ma solamente in corridoio ed esclusivamente con indosso la mascherina.
Ore 5,30/5,45 : sveglia al suono della parola “termometro“. Le prime mattine non capirete e sarete traumatizzati dalla sveglia in piena notte, senza capire esattamente cosa dovete fare. Nel bel mezzo del vostro sonno addolcito dalle benzodiazepine dovrete infatti aprire gli occhi, trovare il termometro e provarvi la febbre. La prima mattina dovrete accendere la luce per trovarlo ma già dalla seconda mattina sarete organizzate e praticamente vi addormenterete con il termometro già pronto sotto l’ascella!
Il nervo che vi scatta alla parola “termometro” salterà però ogni mattina. Ovviamente dopo che l’avrete provata dovrete leggere la temperatura. Ma vederete che svilupperete la vista a infrarossi e quindi riuscirete a leggere la temperatura senza accendere la luce. Subito dopo verrà l’infermiera e pronuncerete le vostre prime parole della giornata: 36.4!
Il termometro
Ore 6,00: mentre state cercando di rilassare il nervo saltato dopo il risveglio “termometrato” vi verrà fatto il prelievo del sangue. Le prima mattina se non avete ancora il vostro cvc o farfalla o altro accesso venoso vi faranno il prelievo nel braccio e quindi la vostra notte di sonno sarà praticamente terminata. Con il cvc invece non vi accorgerete nemmeno e quindi vi farete un altra bella oretta di sonno. Tenete a mente che ogni mattina prelevano almeno tre provette di sangue. Leucemia o no va da se che dopo due settimane avrete per forza bisogno di una trasfusione perché Bella di Twilight in confronto alla infermiera che vi preleva il sangue non e’ nessuna.
Ore 7,30: vi rifaranno il letto. Alzarsi. Lavarsi la faccia, indossare mascherina e andare subito a fare il controllo del peso. Crudelia e’ li in corridoio che vi aspetta per il fatidico verdetto. In quel momento, anche se siete assonnati vi salterà il nervo per la seconda volta nella giornata nel leggere il peso che lentamente lievita.
A quest’ora però potete approfittare per sbirciare finalmente gli altri pazienti che uno dopo l’altro come delle formichine che escono dalle loro buche usciranno dalle loro stanze per pesarsi. E’ come un campeggio alla fine!
Ore 7.40: doccia e, incredibile ma vero, la sottoscritta anche un bello shampoo. Ho comperato settimana scorsa shampoo e balsamo. Che emozione. Erano passati quasi due anni da quando ho perso i capelli. Evvai.
Profumati e puliti a questo punto attendete la colazione, affamati come dei lupi. Si perché la sera prima avrete cenato alle 18 e quindi siete a digiuno non so quante ore.
Ore 8,15/8,30: colazione. Caffe d’orzo, fette biscottate e marmellata. Questo è il primo rito della giornata che mi piace e durante il quale non dovete assolutamente essere disturbati. Godersi la fetta biscottata con la marmellata e il caffè caldo. Con la colazione vi verranno poi portate le vostre varie pastiglie della mattina.
Ore 8,35: pulizia denti e bocca. Prima di tutto lavarsi i denti, poi sciacqui con collutorio e per finire Micostatin. Che per altro non potete capire che buon sapore ha! Durata dell’operazione… almeno venti minuti! manco il dentista per la pulizia ci mette cosi tanto. Ci vuole una costanza che andare a militare non è nulla in confronto.
Ore 8,55: trucco. Matita nera, un pochino di terra compatta e fard. Adesso si che lo specchio vi è amico e quella cicciona con la faccia gonfia e gli occhi semi chiusi se ne è andata! meno male.
Ore 9,00/9,30 arriverà l’infermiera che vi misurerà la pressione, la frequenza cardiaca e vi inizierà a portare le varie terapie che vi verranno infuse. Sempre per la felicità della cellulite vostra amica che giorno dopo giorno si estende in ogni punto delle vostre gambe! Ogni tre giorni elettrocardiogramma, non tanto per l’arsenico ma perchè la sveglia al “termometro” alle 5,30 può creare scompensi cardiaci.
Ore 9,30/10,30 verrà quindi il vostro medico che non vedete l’ora di vedere!! La mia la adoro, dolcissima e rasserenante. Vi visiterà e vi aggiornerà sulle terapie.
A questo punto siete “liberi” ed entra quindi in gioco il kit delle pink marmotte.
Fino alle 12 infatti avrete un paio di ore da occupare. Libro, musica, preghiere, riviste, lavorare, scrivere…insomma tempo per fare le cose che vi piacciono e vi rilassano.
Ore 11,50: io faccio fisioterapia. Arrivano i miei angeli Elena e Roberta e mi bendano il Braccio Braccionis per il maledetto linfedema, di cui avrà modo di parlarvi in un post dedicato. E così mummificata sono pronta per il pranzo.
Roberta ed Elena! belle e brave!
Braccio braccionis!!
Ore 12,00: apertura porte al pubblico. Tutti fuori come in un concerto pronti ad andare a vedere la loro rock star del cuore: noi!
A questa ora, subito dopo il bendaggio che per la prima oretta mi rende acida e nervosissima perché stringe, normalmente arriva la vittima sacrificale: mio padre. Il combinato disposto Cristina, bendaggio e fame innesca l’esplosione della bomba atomica. Quindi tempo due minuti e mio padre viene colpito dall’energia delle radiazioni dell’indisposizione che emano che come noto hanno l’effetto… di mandarlo a quel paese.
Ore 12/12,30 affamatissima attendo il pranzo che finalmente arriva.Il rito vuole che accenda la tv e guardo la mitica Clerici. Per dovere di informazione potrei levare il volume del programma perchè tutto il reparto sta guardando la Prova del Cuoco!
Il cibo devo ammettere che non è per niente male o forse dopo qualche giorno che sei qui trasformi le cose meno cattive prima in buone e poi in squisite. E’ come quando entri in un negozio e devi comperare qualcosa ma oggettivamente fa tutto schifo. Beh dopo un venti minuti ti farà impazzire la cosa meno brutta che non è bella ma tu devi spendere e quindi la compri e sei pure contenta. Poi dopo qualche giorno la vorresti buttare via. Allo stesso modo il cibo…dopo tre settimane da squisito che era diventerà noioso e nauseabondo, ovvio.
Ad ogni modo il cibo per ora a me da soddisfazione.
Certo la pasta o il risotto non saranno mai al dente ma pretenderlo sarebbe da sciocchi visto che ci sono più di mille pazienti nell’intero ospedale.
Io comunque mangio il secondo, contorno, frutta, due fette biscottate con olio e sale. Metodica maniacale. Si, decisamente.
Nel menù c’è pollo, tacchino, fettine di manzo, nasello, persico, hamburger di tacchino, involtini al prosciutto, seppioline in umido insomma un sacco di cose veramente buone. Certo dopo due settimane inizierete a sognarvi la vostra cucina di notte e detesterete ogni piatto per cui svilupperete, come vi avevo già spiegato, un rapporto assolutamente conflittuale con ogni tipo di cibo. Lotterete anche con le mele che devono essere solamente di un certo tipo, le pink ovviamente, e solo di un certo peso.
Come contorni vi offriranno purea di patate, cavoli, spinaci, erbette, bietole, coste, carote e zucchine. Solo che gli spinaci, le bietole, le coste e le erbette sono sempre la stessa cosa! E poi ironia della sorte le verdure sono contate. Pochissime.
La domanda, quindi, sorge spontanea. Ci danno da mangiare pasta, pane e proteine. La verdura e’ solo un idea. E’ praticamente disegnata nel piatto, un ologramma. E’ evidente quindi che il sevizio di ristoro degli ospedali e’ d’accordo con le case che producono lassativi e supposte di glicerine. Se mangi infatti solo pane, pasta e pollo e tre fettine di carota in croce beh sarà molto complicato scaricare le tensioni intestinali senza un piccolo aiuto.
Signori direttori degli ospedali vi prego aumentate le verdure nei menù. Vogliamo un trionfo di verdure. Vogliamo essere liberi dai lassativi.
Ho provato a prendere il minestrone ma anche quello e’ composto da tre pezzi di carote, una dozzina di piselli e cinque quadratini di patate (che stringono e’ noto). Il resto e’ pasta, pasta e pasta. Basta pasta.
Amici venite anche voi a votare la campagna che sto sostenendo “più verdura meno lassativo” il cui banchetto troverete allestito da mio padre fuori dall’ospedale la prima domenica di maggio.
Dopo il pranzo quindi tre cucchiai di lattulac che farà effetto dopo 4 giorni per la gioia del vostro colon. Non mi dilungo in sto discorsi di m.
(Ore 13,00 Top secret: caffè alle macchinette che mio padre prende come se fosse Arsenio Lupen. E’ vietatissimo. Anche le prove, bicchierino e paletta, verrano rigorosamente gettati nel cestino e non lasciati sul vassoio del pranzo).
Ore 13,01 pulizia della bocca. I soliti venti minuti di spazzolino, tantum e micostatin. Il trilogy che fa brillare il cavo orale.
Ore 13,30 arriva un amico a trovarvi. Olè. E via con i pettegolezzi e i racconti sulle loro relazioni incasinate, alcune lacrime di sfogo, di paura e arrabbiatura mie, altre lacrime di sfogo, di paura e arrabbiatura loro. Chiacchierate su scarpe e ultimi trend di moda, progetti di viaggi o fine settimana, consigli su libri da leggere, confronti sulla vita, sulla donazione, sulla malattia ma anche sui problemi di tutti i giorni e poi regali,coccole. Insomma alla fine e come se avessi qui gli amici per bere un te e fare due chiacchiere. Loro tuttavia sono talmente intabarrati nella mascherina che a volte non capisco nemmeno chi mi è venuto a trovare!
Ore 14,00 quella vocina si ripresenta “termometro“. E se per caso stai facendo un pisolino dopo che ti ha svegliato la mattina alle 5,30. Salto triplo del nervo.
Ore 14,15: scelta del menù per il giorno dopo. Arriva un ragazzo o una ragazza con il loro pc e ti elencano cosa puoi mangiare il giorno dopo.
Normalmente viene Stefano che è un ragazzo giovane in gamba, bello e simpatico che nella vita prima di tutto e’ un cantautore bravissimo. Ciao Steve.
Ordinazione
Stefano
Ore 14,30/ 17,00: ore libere. Pisolino vietato altrimenti la notte la passate da insonni. Quindi alla mano il manuale delle pink marmotte per decidere cosa fare. Lavoricchiare, leggere un libro, scrivere un post per my pink chemio, watsuppare, guardare un film.
Ore 16,30/17,00: si inserisce il controllo pomeridiano delle infermiere di pressione e distribuzione delle varie medicine e poi di nuovo lei. Crudelia. Il peso sarà aumentato da 1 a 2 kg! Incazzatura e diuretico. Santo Lasix.
Ore 17,00: mentre fate su e giù dal bagno per fare la pipì, riparte l’orario delle visite. E vai per due ore almeno chiacchiere e compagnia. Ovviamente nel mentre la fame salirà e dalle 18, nervosi e affamati come Fantozzi con le sue mitiche polpette (“Tu mangia polpetta?“), inizierete a contare i minuti in attesa del cibo.
Incredibile quanto diventi maniacale per il ricoverato in ospedale il momento del pranzo e della cena. Diventa veramente il momento più importante della giornata. Ma dall’latra parte hai l’ansia del peso visto che ti chiedono di pesarti almeno due volte al giorno come in una beauty farm. Per questo davvero quando esci da ricoveri così lunghi hai veramente del disagio da pazzo maniaco.
L’adattamento. La velocità con cui l’uomo si adatta ed acquisisce abitudini e riti a ritmo con ciò che l’ambiente gli offre e’ imbarazzante. E siccome il povero ricoverato può godere di pochi riti piacevoli quale il cibo e la tv quando uscirà dal ricovero dovrà fare subito la lobotomia per depurarsi dalle miserie televisive e un corso di rieducazione alimentare perché mangerebbe il de ogni ma si pesa traumatizzato anche a casa due volte al giorno.
Ore 18,00 /18,30 cena. Vedi sopra. Oggi ho ordinato scaloppine di tacchino e broccoletti per cena.
Ore 19,00 /19,30 pulizia bocca. Come sopra.
Ore 20,00: camminata digestiva nel brillanterrimo corridoio. Uno alla volta usciamo tutti dalle nostre stanze e iniziamo a camminare su e giù ognuno al suo ritmo come in una corsia di una piscina. Senza cuffia ovviamente e per ovvi motivi. Se abbiamo voglia ci facciamo due chiacchiere altrimenti rispettiamo i nostri umori con una delicatezza strepitosa.
Ecco la foto del corridoio dipinto di rosa, lilla e giallo. Come dice il mio amico zio Manlio probabilmente avevano da finire vari colori tinta pastello, visto che le pareti sono tutte di colori diversi.
Corridoio pastello: desolate land!
Ore 20,50: rientro in camera. Coprifuoco. Struccarsi, incremarsi e pigiamarsi.
Ore 21,00: scelta del film, serie tv o libro. Non guardo mai la tv ma vi invito (in caso esclusivo di reclusione o prigionia) di guardare il palinsesto del canale Iris che proietta spesso film notevoli. Altrimenti libro.
Ore 22,00: arrivano le sante gocce per dormire. Rito piacevole e irrinunciabile.
Ore 22,03: Sogni d’oro. Va beh forse ho esagerato. Comunque entro le 23,00 dormo anche perché la sveglia con “termometro” e’ sempre alle 5,30.
Poi ci sono delle varianti. Il prete che viene a fare due chiacchiere un paio di volte la settimana. La scorsa volta mi ha parlato dell’importanza delle api e del fatto che in Cina si stiano estinguendo e che quindi devono impollinare a mano le piante perché altrimenti non avrebbero più la frutta. Molto interessante, davvero.
Poi il martedì arriva B. La psicologa che adoro e che ogni settimana mi apre mente e cuore in un percorso favoloso alla scoperta di me.
Ovviamente le giornate sono lunghe e, a prescindere dall’ironia sana e piacevole, e’ faticoso reggere un ricovero senza mettere mai la testa fuori dal reparto.
Va da se quindi che potete scegliere se vivere questi orari e riti come costrizioni atroci ed antipatiche che ti levano l’aria oppure come riti giornalieri e consuetudini che diventano in poco tempo familiari e che ti accompagnano dandoti sicurezza nello scorrere delle ore. Si perché i riti sono utili e servono per mantenere un ordine, per cadenziare la giornata, per darti quei punti di riferimento che devi ricreare in un ambiente nuovo e non proprio piacevole com’è l’ospedale in regime di isolamento e per non permettere alla tua testa di vagolare e perdersi in chissà quali ragionamenti cupi. Amo i riti. Sempre.
E poi ci sono loro: i meravigliosi angeli che ti assistono in ogni momento della giornata con dedizione e cura. Medici, infermieri, fisioterapiste, psicologi e operatori di tutti i tipi che sono sempre sorridenti, empatici, attenti e delicati nella cura di noi pazienti.
Si perché penso che sia necessaria una vera e propria vocazione per scegliere di lavorare in un reparto delicato, immenso di emozioni forti e così umano come questo.
In entrambi gli ospedali ho respirato sempre questa grandissima passione, devozione e tantissimo calore. Siete davvero unici. Ecco sono le 17,00, devo andare…noooo a pesarmi!
Sempre con il cuore.
Love u
Cristina
Pink 2010
Pink 2014
“Il tuo unico dovere è salvare i sogni”
Amedeo Modigliani